Qualche anno fa ho lavorato in una società pubblica e ho potuto constatare personalmente la veridicità dell’esistenza di alcune gravi problematiche che tali società vivono relativamente alle raccomandazioni connesse alle assunzioni. Ciò che colpisce di più non è tanto la raccomandazione in quanto tale , piuttosto il fatto che sovente il raccomandato non solo non si prefigge l’obiettivo di svolgere in modo professionale il proprio lavoro , ma anche la propria relazione con le altre risorse umane e con le finalità produttive proprie dell’Azienda che lo ha assunto.
Ruoli importanti , pertanto, scadono nelle trame distruttive dell’incapacità di chi li riveste.La destra e la sinistra propongono proprie figure lavorative in seno alle Aziende pubbliche e ne consegue come risultato una battaglia improduttiva ed efferata tra le varie fazioni, contraddistinta da dispetti e malvagità che deteriorano il mondo del lavoro e gli aspetti propriamente lavorativi.
Si può facilmente comprendere come molte crisi possano essersi originate da tale modo di intendere il mondo del lavoro, che diventa luogo di sfide personali e non di sfide lavorative per raggiungere obiettivi aziendali. L’impegno di queste persone non sa e non può esprimersi in termini lavorativi, ma considerate le premesse, si configura come battaglia contro il nemico, che è solitamente colui che si prefigge come unico scopo di offrire il suo contributo lavorativo all’Azienda.
In poche parole, chi ne fa le spese sono i lavoratori motivati e la stessa Azienda, fagocitata da una realtà spietata antilavorativa .Chi comanda in genere è qualche “raccomandato” dalla politica, magari implicato in qualche scandalo, che ha paura della lealtà e della trasparenza di altre risorse umane.
Ed ecco il proliferare di intrighi, cospirazioni e prese in giro nei confronti di chi lavora, da parte di incapaci arricchitisi percependo stipendi altissimi.La meritocrazia non vive e non può vivere in tali contesti . Ma è certo che si sta procedendo verso un cambiamento improrogabile, data la crisi del mondo del lavoro e , quindi, della vita economica che si ripercuote sull’intera umanità.